Chivu Inter, chiesta una squadra più sporca e cattiva
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Chivu Inter, chiesta una squadra più sporca e cattiva: emerge questa convinzione

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Chivu Inter, le prime indicazioni dopo l’inizio di stagione dei nerazzurri in Serie A e Champions League. Tutti i dettagli in merito

Un continuo saliscendi. Una vera e propria corsa sulle montagne russe. Così La Gazzetta dello Sport descrive l’attuale momento dell’Inter di Cristian Chivu, una squadra capace di accendersi con tratti di gioco di altissimo livello salvo poi spegnersi di fronte alla crudezza dei risultati. L’alternanza tra prestazioni brillanti e blackout improvvisi sta diventando il marchio di fabbrica di una formazione che, pur mostrando progressi evidenti, continua a lasciare per strada punti pesanti.

Il rientro da Madrid, dopo la sfida persa in Champions League contro l’Atletico, è emblematico della situazione: la squadra è tornata alle tre di notte, ma alle prime luci del mattino era già in campo ad Appiano per iniziare la preparazione in vista della trasferta di Pisa. Un segnale chiaro della volontà di reagire immediatamente, ma anche della necessità di sistemare ciò che non sta funzionando. Nel confronto con lo spogliatoio, racconta il quotidiano, Chivu si sarebbe soffermato proprio su questo: individuare con lucidità ciò che manca.

Non è poco se si considera che l’Inter, nelle ultime settimane, è più volte tornata a mani vuote pur avendo dominato lunghi tratti delle partite. È accaduto nel derby, è successo a Napoli, si è ripetuto a Torino e ancora una volta al Wanda Metropolitano, dove i nerazzurri hanno mostrato personalità, qualità e coraggio, ma senza trovare il colpo decisivo. La tendenza preoccupa e rappresenta il nodo principale su cui lavorare: la tenuta mentale nei 90 minuti.

Chivu e il suo staff sono convinti che il passo da compiere sia proprio in questo ambito: servono più concentrazione, più continuità, più cattiveria agonistica. Non è un caso che il tecnico, già negli spogliatoi del Metropolitano, abbia insistito sul concetto di “sporcarsi” di più. Una squadra bella, tecnica e brillante deve anche imparare a combattere, a utilizzare i falli in modo intelligente, a non lasciare spazio a cali di tensione che vengono puntualmente puniti dagli avversari.

Un altro tema emerso è quello delle palle inattive, una delle fragilità più evidenti di questo periodo. Il problema non riguarda la marcatura a uomo né le qualità fisiche dei saltatori nerazzurri, anzi la rosa è strutturata per dominare in queste situazioni. Ciò che manca è la capacità di restare lucidi e concentrati dal primo al secondo tempo, senza quei momenti di disattenzione che fanno tutta la differenza.

Adesso il percorso è tracciato: Chivu vuole tre vittorie nelle prossime tre partitePisa, Venezia e Como — per presentarsi alla sfida di Champions League contro il Liverpool in condizioni psicologiche e di classifica migliori. Tre gare da non sbagliare, per trasformare finalmente una squadra “bellina”, come la definisce il tecnico, in una formazione concreta, solida e soprattutto vincente.

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