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Chivu Inter, rimandate le novità: per vedere la sua mano servirà più tempo, il motivo
Chivu Inter, le prime indicazioni dopo la vittoria dei nerazzurri in Champions League contro l’Ajax. Tutti i dettagli in merito
Per qualcuno, dopo le sconfitte contro Udinese e Juventus, Cristian Chivu era già in discussione. Le critiche si sono fatte sentire, i dubbi sono affiorati, e il rumore attorno alla panchina dell’Inter è cresciuto. Ma la realtà, come spesso accade nel calcio, era ben diversa. No, Chivu non era a rischio esonero. E no, l’Inter non stava pensando a rivoluzioni. Tuttavia, è innegabile che la vittoria sull’Ajax abbia rappresentato molto più di tre punti: è stata una prova di maturità, come l’ha definita lo stesso tecnico, e un segnale forte di leadership, tanto sul campo quanto in panchina.
Come sottolinea il Corriere dello Sport, le scelte fatte da Chivu ad Amsterdam sono state tutt’altro che banali. A cominciare dalla conferma di Yann Sommer tra i pali. Dopo gli errori di Torino, in molti si aspettavano una sua esclusione, alimentata anche da voci di un possibile avvicendamento con Martinez. E invece, Chivu ha confermato lo svizzero, dimostrando fiducia incondizionata. Sommer ha risposto con una parata decisiva nel finale, a protezione del 2-0, e con una prestazione sicura che ha messo a tacere le polemiche.
Poi c’è stata la scelta di lasciare in panchina Lautaro Martinez, non per motivi tecnici ma fisici. Il mal di schiena del capitano era reale, ma anche in questo caso la gestione è stata esemplare: niente forzature, solo decisioni razionali. Al suo posto, titolare per la prima volta in Champions, è andato il giovanissimo Pio Esposito. Il classe 2005 ha risposto con una prestazione di personalità, matura e coraggiosa. Nessuno a sorpresa, nemmeno Chivu, che lo conosce bene e ha sempre creduto in lui.
Infine, nonostante la possibilità di optare per una rotazione più ampia – anche per gestire le energie dopo gli impegni ravvicinati – Chivu ha scelto di affidarsi ai senatori. Quelli che hanno portato l’Inter due volte in finale di Champions League negli ultimi tre anni. Non è solo questione di esperienza, è questione di identità. Come ha detto più volte il tecnico romeno, non si cancella un passato “felice”: si arricchisce, si migliora, si costruisce sopra.
Forse, per farlo, serve solo un po’ più di tempo del previsto. Ma ad Amsterdam si è vista un’Inter che sa ancora riconoscersi, che sa essere solida e concreta. E soprattutto, si è visto un Chivu sempre più dentro al progetto, lucido nelle scelte, sereno nella gestione. La sua panchina non era in bilico, ma ora è sicuramente più salda. E con la fiducia ritrovata, si guarda avanti con più convinzione.
