Chivu: «Era già mista prima dell’Atletico»
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Chivu e la difesa sui piazzati: «Era già mista prima dell’Atletico. C’è stato un cambio d’interpretazione…»

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Chivu chiarisce le scelte tattiche alla vigilia della supersfida di Champions League contro il Liverpool di Slot

Alla vigilia della sfida di Champions League tra Inter e Liverpool, Cristian Chivu è intervenuto in conferenza stampa anche su uno degli aspetti più discussi delle ultime settimane: la difesa sui calci piazzati. Un tema tornato d’attualità dopo alcuni gol subiti su palla inattiva e che il tecnico rumeno ha voluto chiarire senza mezzi termini.

DIFESA A ZONA MISTA – «Mista era anche prima dell’Atletico, quando voi avete fatto un caso su quel gol subito e ci girava a tutti, un po’ per disattenzione, un po’ per l’atteggiamento loro».

Parole che spiegano come il sistema difensivo sulle palle ferme non sia una novità introdotta recentemente, ma una scelta già presente in precedenza. Chivu respinge l’idea di un cambiamento radicale e sottolinea come, in alcune circostanze, siano stati determinanti più gli errori individuali che il posizionamento tattico.

CAMBIO DI INTERPRETAZIONE – «Prima veniva interpretata come un disturbo soprattutto dalla seconda linea, magari in questo momento andiamo più sulla marcatura: quelli della seconda linea vanno a marcare qualcuno e non solo a disturbare o dare una spinta».

Il passaggio chiave riguarda proprio l’evoluzione nell’interpretazione del sistema. Se prima l’atteggiamento era più orientato al “disturbo” degli avversari in area, ora l’Inter si muove verso una marcatura più diretta e aggressiva, soprattutto con gli uomini della seconda linea.

L’intento dello staff tecnico è evidente: ridurre al minimo i rischi su calcio da fermo in vista di una partita ad altissima intensità come quella contro il Liverpool. In Champions ogni dettaglio può fare la differenza, e Chivu vuole un’Inter ancora più attenta e compatta nei momenti chiave.

La gestione dei calci piazzati sarà dunque una delle chiavi del match europeo. E dalle parole dell’allenatore emerge chiaramente la volontà di correggere, senza stravolgere, un meccanismo che resta centrale nell’equilibrio difensivo nerazzurro.

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