Cassano: «Chivu leader e allenatore top, rischia di più»
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Cassano: «Chivu leader e allenatore top, rischia di più rispetto al passato. Ecco dove ha lavorato»

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Le parole di Antonio Cassano, ex calciatore, sulla situazione attuale dell’Inter dopo questo inizio di stagione. Tutti i dettagli in merito

Antonio Cassano ha parlato a Viva El Futbol del momento dell’Inter dopo la vittoria contro la Lazio.

ROMA SAMP DEL 2010 – Il primo tempo poteva finire 7-0. Prima di quella gara il mio amico Vito Scala mi dice che Totti vuole parlarmi. Vado dal Pupone che comincia a dirmi che stavamo facendo una grande stagione, mi chiede della famiglia e cose così. Allora gli rispondo: ‘Arriva al dunque’. Quindi Francesco scherzosamente mi dice: “Se noi vincessimo la partita, voi andreste comunque in Champions vincendo le ultime tre’. E io ho replicato: ‘Cosa devo fare? Spiegati meglio. Oggi io ti faccio perdere lo scudetto, faccio piangere te e la gente che mi ha insultato come se fossi un cane quando sono andato via’. La partita è finita 2-1, come volevo io. Godevo come un matto.

INTER – A me dà fastidio quando dicono che la squadra è forte, fortissima, ce l’aveva anche negli ultimi quattro anni. “Si allena la testa”. No no, ragazzi, si allenano i giocatori, non la testa. E i giocatori forti, devi allenarli. Poi, eventualmente, puoi fare effetto anche sulla testa, perché prima Sabatini lo diceva: “Solo chi non ha visto il Parma giocare l’anno scorso capisce”. Lui è iniziato all’Under14, poi ha vinto il campionato Primavera, poi ha avuto l’opportunità a Parma, e l’ha salvata giocando a calcio. Qua, la cosa che a me sta impressionando di più, è il lavoro sul campo fatto. Cosa significa? Ieri vedevo quando la palla che andavano a pressare, non dietro la linda la palla, su Provedel, la difesa, che era a tre o era a cinque, metteva in fuorigioco. Io poche volte ho visto questo… Giocare a tre significa che hai i riferimenti, ok? E non fai fuorigioco. Quando rilancia il portiere, fai tre metri avanti e spesso e volentieri gli attaccanti o stanno in fuorigioco o devono rientrare. Quando c’è da andare verticale, quando c’è da girare la palla, quando c’è da fare pressione, fa tante situazioni in una partita. Questo sai cosa vuol dire? Lavorare, e anche tanto, ma soprattutto bene.

DIFFERENZE TRA INZAGHI E CHIVU – Perché io all’Inter vedevo una squadra stratosferica negli altri anni, vinceva le partite, però quando difendeva tutti dietro la linea della palla, si muovevano e non gli facevano mai gol. Questo invece delle volte, Cristian, puoi anche rischiare di più. Lui li alza sui difensori esterni degli avversari, e ieri lo vedevi, sugli esterni della Lazio di difesa, i quinti andavano a prenderli, e dietro salivano. Significa che questo ragazzo qua sta facendo un grandissimissimo lavoro. E in questo momento qua anche l’entusiasmo. Lui dice “io sto lavorando con i ragazzi. Il difensore centrale? Cambia, cambia e cambieranno ancora. Io voglio far sentire tutti i titolari”. Quando un ragazzo che allena una grande squadra dopo dieci partite solo al Parma, significa che sei già un leader, un allenatore top. E sono contento veramente di quello che sta facendo, sia lui come ragazzo e soprattutto l’Inter, che finalmente la vedo – non giocare bene, perché anche gli altri anni giocava bene – squadra già da Europa, con quell’intensità recupero palla e mille altre idee dentro.

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