Calhanoglu e Pio a guardare: dal dischetto errori e orrori nerazzurri nel momento più delicato della stagione

Calhanoglu e Pio restano in panchina nella lotteria finale: l’Inter affonda ai rigori tra scelte discusse, conclusioni sbagliate e rimpianti dopo la semifinale

A Riyadh, mentre la Supercoppa Italiana scivola via, l’immagine che resta è quella di Hakan Çalhanoglu e Pio Esposito seduti in panchina a guardare. Il battitore principe, lo specialista del dischetto, e il giovane leone della cantera nerazzurra che si scalda a lungo senza poi entrare: due spettatori forzati di una serie di rigori che per l’Inter si trasforma in un incubo.

La spiegazione arriva da Cristian Chivu, che ha scelto di non inserirli all’ultimo per non esporli al rischio di calciare a freddo. Una decisione di tutela, coerente con la gestione della rosa, ma che inevitabilmente apre il capitolo dei rimpianti. Perché chi si è assunto la responsabilità di tirare, alla fine, ha combinato un piccolo disastro.

È vero, come recita un vecchio adagio del calcio, che i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli. Ma raramente si erano viste conclusioni così poco convincenti come quelle nerazzurre. Il crollo prende forma sull’asse italiano: prima la conclusione prevedibile di Alessandro Bastoni, poi il pallone sparato alto da Nicolò Barella.

Alla lista si aggiunge anche uno dei giovani più positivi della stagione. Da Ange-Yoan Bonny arriva una conclusione troppo tenera, una sorta di “telefonata” a Federico Ravaglia, con prefisso saudita. Piotr Zielinski avrebbe dovuto calciare, ma i crampi al flessore lo hanno costretto ad alzare bandiera bianca prima del momento decisivo.

Resta Lautaro Martínez, che almeno il suo rigore lo segna. L’ultimo precedente dal dischetto, a Madrid, era stato amaro; questa volta il pallone entra. Ma è un gol che non cambia nulla: nessun interista potrà mai gioirne davvero.

Così la Supercoppa dell’Inter si chiude con Calhanoglu e Pio a guardare, e con una serie di rigori che diventa simbolo di una serata storta, fatta di scelte comprensibili ma discutibili e di errori che, nel calcio di alto livello, finiscono sempre per presentare il conto.