2022
Caicedo: «Inzaghi mi ha aiutato a crescere. I gol nel finale…»

L’attaccante dell’Inter Felipe Caicedo si racconta in una intervista nel format Careers di DAZN: le parole
GOL CONTRO LA JUVENTUS – «Questa immagine la vedo spesso, è molto bella, mi viene la pelle d’oca ogni volta che la guardo. Ricordo questa partita come fosse ieri, stavamo perdendo contro la Juventus e al 93’ ho segnato un gol, è stata una gara molto speciale. Inzaghi è un allenatore che mi ha dato davvero tanto, mi ha aiutato a crescere e ad essere il giocatore che sono oggi, gli sono molto grato. Cerca il meglio da tutti i giocatori»
GOL NEI FINALI – «La “zona Caicedo” nasce dai gol segnati sempre verso la fine della partita, da una condizione fisica importante. Cerco sempre di essere concentrato fino alla fine, credo sia una delle virtù che ho, di non mollare mai quando gioco e di cercare sempre la porta, di aiutare la squadra quando ne ha bisogno»
MOSCA – «Una grande squadra, molto importante in Russia. Sono stato lì per tre anni: neve, freddo, un posto particolare. Ma ho anche bei ricordi, è una squadra che ha sempre lottato e che lotta tuttora per obiettivi importanti. Quel passaggio lo ricordo con un buon sapore, anche se ci allenavamo con la neve e il freddo. Mosca è una città molto bella, ero già abituato al freddo dal Basilea e pur essendo difficile sapevo come gestirlo. La nazionale? Il sentimento di rappresentare il mio Paese è stupendo. Ora non gioco più con l’Ecuador ma ce l’ho sempre in mente: spero che vada ai Mondiali. So che in tanti hanno me come riferimento, ma non è una cosa che ho cercato»
SPAGNA – «Una buona tappa, complicata. È l’anno in cui è nata mia figlia, ricordo con molto affetto il passaggio a Barcellona. Ero in una squadra importante in Spagna, una società molto seria. Mi sono sentito molto a mio agio, la nascita di mia figlia ha cambiato la mia vita. Quando hai dei figli la tua mentalità cambia sempre in meglio, sono contento di quello che ho costruito a Barcellona dopo un periodo non semplice ad Abu Dhabi con l’Al-Jazira. La nascita di mia figlia mi ha reso l’uomo più felice del mondo, con lei e mia moglie ho raggiunto la stabilità di cui avevo bisogno».
FORMAT CAMINO –«Era come un reality show, dove venivano ragazzini di tutto il Paese. Ci siamo allenati in un posto, abbiamo fatto la finale e i migliori sono andati in Argentina a tentare la fortuna. Ho fatto tre mesi al Boca Juniors, è stato l’inizio della mia carriera. Il mio sogno è sempre stato trovarmi in una situazione come questa e giocare in una squadra come l’Inter. Poi è sempre stato un sogno poter rappresentare il mio Paese, i bambini del mio quartiere l’hanno sempre avuto e io ho avuto la possibilità di far parte di squadre importanti. Questa è la punta della mia carriera, il livello più alto»
PREMIER – «Una grande epoca, dove ho avuto la fortuna di vedere il cambio di obiettivi del club. Giocava per la metà classifica, poi ha avuto una modifica radicale per lottare al massimo. Ci sono stato dai diciannove ai ventuno anni, ho conosciuto compagni che mi hanno aiutato tanto come giocatore. È stata una bellissima esperienza. La Premier League è un grande campionato, io ero molto giovane e ho avuto un anno di ambientamento, poi nel secondo ho giocato di più. Sono quasi tutti nazionali, è un campionato molto difficile. Mi sarebbe piaciuto rimanere di più, ma non ho rimpianti e il ricordo è molto felice. Mi sono costruito una grande personalità e conosciuto tante persone che mi hanno aiutato a essere quello che sono».
MOMENTI DIFFICILI – «Ci sono momenti in cui pensi di gettare la spugna, ma sono andato avanti. Non mi arrendo mai, mi è servito andare via giovane dall’Ecuador. Il Basilea? Arrivavo a un posto molto caldo come Guayaquil, dove diciotto gradi erano “freddo”, a un clima totalmente differente con -12 e -13. Poi la lingua, era impossibile capirla perché io parlavo solo spagnolo mentre lì si parlava tedesco e qualcosa di italiano e francese. Mi è costato, sono state le complicazioni più grandi che ho avuto».