Bisseck Inter, la mano che ritorna: e un 2025 segnato
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Bisseck Inter, la mano che ritorna: e un 2025 segnato dai rigori concessi

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Bisseck Inter, la Supercoppa persa a Riyadh riapre una ferita mai chiusa: i falli di mano del tedesco diventano un fattore ricorrente e pesantissimo

Una mano tira l’altra e l’Inter finisce sempre per tornare al punto di partenza. La questione, ormai, non è più episodica ma strutturale: quella mano galeotta, inopportuna e decisiva, è sempre la stessa. I falli di mano di Yann Bisseck stanno pesando come un macigno sul 2025 nerazzurro, chiuso senza neppure lo straccio di un trofeo. Un fattore gigantesco, quanto il deserto che circonda Riyadh, da cui per il secondo anno consecutivo soffia un vento contrario all’Inter.

Nella semifinale di Supercoppa Italiana, non serviva l’ennesimo intervento scriteriato per certificare un limite ormai evidente. Nell’azione incriminata Santiago Castro non commette alcun fallo alle spalle del difensore nerazzurro, eppure Bisseck perde coordinazione e allarga il braccio in area. Ancora una volta, la palla sembra attirata da una calamita invisibile proprio nei momenti più delicati: corpo a corpo ravvicinati, area piccola, pressione massima. Tutto ciò che di buono il tedesco produce in progressione, o persino in anticipo sull’attaccante spalle alla porta, evapora di fronte a questi errori macroscopici.

La drammaturgia interista, purtroppo, conosce bene questo copione. Il passato è recente e doloroso. Quasi sulla stessa tipologia di azione, l’Inter ha già sacrificato lo Scudetto 2024/25. Alla prima giornata della scorsa stagione, nel recupero casalingo contro il Genoa, una mano in area costò due punti sanguinosi: allora sembrò un inciampo casuale, un’ingenuità figlia dell’emozione. Il tempo ha raccontato un’altra storia.

Il colpo più duro è arrivato nel penultimo turno a San Siro, contro la Lazio: tiro all’89’ di Castellanos, mano in area, rigore e campionato compromesso. Un episodio entrato di diritto nella storia recente della Serie A. Il destino, quasi beffardo, si è accanito: ad arbitrare allora c’era Daniele Chiffi, lo stesso direttore di gara della semifinale di Riyadh. Riannodando i fili, per il povero Yann si può parlare di un vero e proprio “triplete” negativo.

Al netto della maniera imbarazzante con cui sono stati calciati i rigori nerazzurri e oltre un secondo tempo dominato ma segnato dal solito spreco di occasioni, resta un dato ineludibile: oggi c’è un faro puntato su Bisseck. Ieri, oggi e domani. Non per crocifiggere un singolo, ma perché certi errori, quando diventano ricorrenti, smettono di essere casuali e finiscono per condizionare intere stagioni. L’Inter, se vuole davvero ripartire, dovrà affrontare anche questa verità scomoda.

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