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Bergomi sulla formazione nerazzurra: «Inter cambiata poco da Inzaghi a Chivu, la differenza è…»

Bergomi analizza le differenze tra l’Inter di Chivu e quella di Inzaghi: le parole del giornalista molto vicino agli ambienti nerazzurri
Giuseppe Bergomi, ex difensore e storico capitano dell’Inter, ha commentato dagli studi di Sky Sport le recenti prestazioni della squadra di Cristian Chivu, sottolineando come le novità tattiche rispetto all’era Inzaghi non siano così marcate.
Analisi tattica e continuità di gioco
«Per come vedo io il calcio, e per come conosco l’Inter, a me sembra che giochi lo stesso calcio – ha spiegato Bergomi – e anzi, nelle ultime partite è tornata a fare quello che faceva prima». L’ex bandiera nerazzurra ha individuato solo alcuni dettagli come possibili segnali di cambiamento: «Forse qui possiamo vedere un qualcosa di diverso: una costruzione 3+2, con Henrikh Mkhitaryan che viene dentro e Nicolò Barella che si alza un po’ di più, pur rimanendo mezz’ala destra. Ma niente di sconvolgente».
Secondo Bergomi, la filosofia di gioco è rimasta sostanzialmente la stessa. In passato, sotto la guida di Simone Inzaghi, la squadra era solita partire con grande intensità, pressare alta nella prima mezz’ora e spesso trovare il vantaggio, salvo poi accusare un calo nella ripresa. Con Chivu, la dinamica sembra molto simile, almeno sul piano del gioco.
La vera differenza: le rotazioni
Il punto centrale messo in evidenza dall’ex capitano riguarda invece la gestione della rosa. «Sul gioco non c’è tanta differenza – ha dichiarato – ma sugli uomini sì. Sui cambi si prende qualche rischio che magari in passato non veniva preso».
Infatti, a parte Marcus Thuram e Nicolò Barella, che hanno sempre trovato spazio dall’inizio, oltre a Manuel Akanji da quando è arrivato, quasi tutti gli altri interpreti sono stati coinvolti in rotazioni frequenti. Un approccio che ha consentito a Chivu di mantenere alta la competitività interna e di gestire al meglio le energie, considerando il doppio impegno tra campionato e Champions League.
Un’Inter dunque che non ha stravolto i suoi principi tattici, ma che sta trovando nell’alternanza e nell’utilizzo ampio della rosa la principale differenza rispetto alla gestione precedente.
