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Bergomi: «Derby? I rimpianti dell’Inter sono di rigore. Per lo scudetto…»

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Giuseppe Bergomi, ex storico capitano dell’Inter, ha analizzato il derby di ieri terminato in parità

Intervistato da Gazzetta.it, l’ex storico capitano nerazzurro, Beppe Bergomi, ha analizzato il derby di ieri tra Milan e Inter terminato in parità:

RIMPIANTI – «Prima di affrontare il tema scontri diretti mi lasci dire che i rimpianti sono di rigore. Nel senso che quello fischiato a Bastoni contro la Lazio per me non c’era, perché il movimento era congruo, così come quello per la Juve era molto al limite. Poi dal dischetto sono arrivati errori pesanti, con Dimarco e ieri con Lautaro».

RIGORISTI – «Un’anomalia. Anche perché serve una gerarchia chiara. Il secondo rigorista lo tira quando il primo non è in campo. Lautaro invece lo ha lasciato a Calha, ma così quando è toccato a lui la pressione era doppia. E infatti… Il Toro non doveva lasciare il primo rigore a Calhanoglu».

MOMENTO NO LAUTARO – «Si vede che non è lui, sbaglia anche il primo controllo. Credo che si porti dietro un sovraccarico di lavoro legato anche alla nazionale. Prima aveva solo due impegni, ora tre, e soprattutto è diventato titolare fisso. Presto tornerà a segnare. Ma nessuno mi leva dalla testa che due mesi fa quel rigore in movimento lo mandava nell’angolino, non fuori come ha fatto. Se gli manca Lukaku? Sicuramente Inzaghi gli chiede un lavoro diverso. Con Conte era lui più che il belga a fare le preventive e l’intesa era mandata a memoria. Dzeko ha altre caratteristiche, ora gira largo ora va a occupare l’area per ricevere il cross».

SCONTRI DIRETTI – «Sotto l’aspetto del gioco l’Inter non è stata inferiore a nessuno. Rispetto all’anno scorso però mancano elementi come Lukaku e Hakimi che ti permettevano, una volta passato in vantaggio, di stare basso e avere campo per ripartire. La gara chiave è stata quella contro la Juve, perché nel derby l’hanno pareggiata in fretta, mentre a Roma è girata con quel rigore. Contro i bianconeri invece Dzeko ha segnato subito, ma non l’hanno chiusa perché gli attaccanti attuali non danno quella profondità e quegli strappi. Il difensore avversario non si preoccupa più di tanto sul lungo. Il Milan ieri accettava l’uno contro uno su tutti. Contro Lukaku sarebbe stato molto rischioso».

DARMIAN E PERISIC – «Darmian e Perisic stanno facendo un grande campionato. Quando riesci a tenere così alto un esterno e a fare la difesa a tre recuperi un uomo a centrocampo e Darmian ha meno campo da coprire. Il Milan anche l’anno scorso ha fatto fatica ad andare a prendere i quinti».

GOL SBAGLIATI – «Davanti alla porta serve freddezza. Devi comunque sempre pensare di fare gol anche in allenamento, non essere mai superficiale, pure quando una conclusione sembra facile».

FATICA NELLA GESTIONE – «Ieri la differenza nel finale l’hanno fatta i cambi. Quelli di Pioli hanno inciso e dato quel qualcosa in più. Inzaghi invece è stato costretto a togliere Barella, mentre Correa e Sanchez faticavano a tenere su la squadra».

CALHANOGLU – «Il turco è stato il migliore in campo, mi ha colpito che non abbia avuto paura di nulla, andava anche a battagliare di testa. Inzaghi deve sperare che per Hakan sia stata la gara della svolta».

SCUDETTO – «Inter ancora in corsa? Certo, ma deve azzeccare un filotto come quello dell’anno scorso. Ripeto, il gioco c’è. È soltanto questione di trovare continuità di risultati. Alla ripresa c’è il Napoli, che nelle ultime uscite ho visto un po’ stanco, ma che difficilmente concederà le 5-6 occasioni viste nel derby».

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