Akanji si racconta: «Per me è fondamentale mettermi...»
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Hanno Detto

Akanji si racconta: «Per me è fondamentale mettermi al servizio della squadra, ecco cosa ruberei da Mkhitaryan e Zielinski»

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Il difensore dell’Inter, Manuel Akanji, è il protagonista del Matchday Programme di oggi, in occasione della sfida contro il Liverpool

Un attacco influenzale ha bloccato Manuel Akanji proprio alla vigilia della supersfida di Champions League contro il Liverpool, costringendo il tecnico Cristian Chivu a rinunciare a lui nella rifinitura. In attesa di capire se il difensore svizzero riuscirà a recuperare in extremis per il match di San Siro, l’ex Manchester City è il protagonista del Matchday Programme nerazzurro.

Il centrale della Beneamata ha ripercorso le sue origini, raccontando di essersi innamorato del calcio grazie al padre, che seguiva fin da bambino. Akanji si è descritto come un gran lavoratore, dedito al sacrificio per la squadra, ma ha anche svelato una curiosa passione per la matematica e il calcolo mentale, coltivata fin dai tempi della scuola. Parlando dello spogliatoio, il numero 25 ha indicato nella fiducia nei propri mezzi la sua dote principale, ammettendo però che vorrebbe “rubare” la tecnica ambidestra al centrocampista polacco Piotr Zielinski o la qualità del regista armeno Henrikh Mkhitaryan.

COME MI SONO AVVICINATO AL CALCIO? – «Mi sono innamorato del calcio grazie a mio padre. Io e mia sorella andavamo a guardarlo quando giocava e proprio per questo ho iniziato ad allenarmi anche io. Sono sempre stato un gran lavoratore, una persona positiva e tranquilla. Amo da sempre giocare a calcio, il mio compito è difendere e servire al meglio i miei compagni: per me è fondamentale mettermi al servizio della squadra».

COME NASCE LA MIA PASSIONE PER LA MATEMATICA? – «A scuola ho scoperto di essere bravino a fare i conti; quindi, ho cominciato ad allenarmi sempre di più sui calcoli e sono migliorato molto: mi allenavo con tutti i numeri che vedevo in giro!».

LA QUALITÀ CHE MI HA PIÙ AIUTATO IN CARRIERA E QUELLA CHE RUBEREI DA UN MIO COMPAGNO – «La qualità che più mi ha aiutato è la fiducia in me stesso e nelle mie potenzialità. Se potessi “prendere” una qualità da un mio compagno direi la tecnica di Zielinski perché sa giocare molto bene con entrambi i piedi o anche quella di Mkhitaryan».

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