Adani convinto: «Pio Esposito va difeso anche se non...»
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Adani convinto: «Pio Esposito va difeso anche se non segna. Chivu deve ancora fare il salto ma…»

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L’ex difensore dell’Inter, Lele Adani, ha detto la sua sull’Inter di Cristian Chivu e sul giovane attaccante Pio Esposito

L’ex difensore Daniele Adani, intervistato dal Corriere della Sera, ha dedicato alcune riflessioni a Pio Esposito, giovane attaccante classe 2005 dell’Inter. Secondo Adani, il talento nerazzurro ha dimostrato forza e maturità calcistica, meritando la conferma in prima squadra. Tuttavia, l’ex difensore sottolinea l’importanza di tutelarlo durante le eventuali difficoltà realizzative, senza fargli pesare troppo l’assenza di gol in alcune partite, considerandole parte del percorso di crescita, utile anche per eventuali impegni internazionali futuri.

Sul tecnico Cristian Chivu, Adani evidenzia come l’allenatore stia ancora trovando il suo spazio nella gestione della squadra. Il tecnico rumeno mostra idee chiare e capacità di leadership, ma deve consolidare il suo ruolo per imprimere completamente il proprio stile alla squadra. L’ex nerazzurro lo descrive come riflessivo e determinato, consapevole della fiducia riposta in lui dalla dirigenza, ma sottolinea come a Milano non ci sia troppo tempo per errori o esitazioni.

PIO ESPOSITO? – «Ha forza, è evoluto calcisticamente e si è guadagnato la conferma. Ma dobbiamo difenderlo se non segna per dieci partite, anche se all’Inter è dura: queste dieci partite di crescita potrebbero servire al Mondiale».

SUL FATTO CHE NON HO MAI FATTO L’ALLENATORE – «Non mi sono mai pentito. Eppure c’è un mio amico allenatore, De Zerbi, che mi ha detto che è disposto a ridursi lo stipendio per avermi con lui. Mancanza di coraggio? Assolutamente no, poi con tutti gli insulti che prendo da commentatore, coraggio ne ho (ride ndr). La passione per la comunicazione è fortissima. Mai in panchina quindi? Forse in un ruolo nuovo, che unisca la parte calcistica a quella comunicativa, operando per un allenatore o una squadra, per arrivare più diretti alla gente: c’è ancora distacco fra chi fa il calcio vero e chi lo comunica. C’è una barriera».

SU CHIVU – «È in una fase di mezzo: fa intravvedere che è retto, che ha idee, ma ancora non sa come imporsi per far vedere chi è veramente. Sente di poterci stare, ma ancora deve fare il salto. E lo vuole fare rispettando chi l’ha scelto, con fiducia forse eccessiva, e chi gli ha lasciato la squadra. Non lo vedo dubbioso, lo vedo riflessivo. Ma all’Inter non c’è troppo tempo».

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