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Chivu Conte, botta e risposta a distanza e nervi tesi: dagli insulti di Parma al caso Lautaro! Da dove nasce l’astio tra i due

Chivu Conte, botta e risposta a distanza e nervi tesi: dagli insulti di Parma al parapiglia con Lautaro! Da dove nasce l’astio tra i due allenatori
Mancano ancora diversi giorni al big match dell’11 gennaio a San Siro, ma la sfida tra Inter e Napoli è già iniziata in sala stampa. Al termine della vittoria dei nerazzurri a Bergamo, il tecnico Cristian Chivu ha risposto per le rime al collega Antonio Conte. Una guerra di nervi analizzata oggi da La Gazzetta dello Sport, che parte dalle dichiarazioni rilasciate dall’allenatore salentino (ex della partita) a Cremona, dove aveva sottolineato il divario economico tra le big e le altre.
DIFFERENZE – «A oggi Juventus, Inter e Milan per struttura, seconde squadre, monte ingaggi e valore patrimoniale sono differenti rispetto alle altre».
Immediata la replica del presidente Beppe Marotta, che ha cercato di stemperare con ironia, definendo Conte un “abile comunicatore” e indicando il Napoli come favorito. Più tranciante, invece, la chiusura di Chivu post-Atalanta:
INDIFFERENZA – «Non mi interessa ciò che dice».
L’origine dell’odio sportivo: 18 maggio 2025
Secondo la “Rosea”, il punto di non ritorno di questo astio ha una data precisa: 18 maggio 2025, stadio Tardini. Durante un drammatico Parma-Napoli, penultima giornata dello scorso campionato, la tensione esplose. Mentre la Beneamata giocava contro la Lazio, in Emilia successe di tutto: rigori contesi, miracoli dei portieri e due cartellini rossi, uno per Chivu e uno per Conte. In quel frangente, il tecnico azzurro si rivolse pesantemente verso la panchina avversaria, forse indirizzando la rabbia verso Antonio Gagliardi, suo ex collaboratore in Nazionale e oggi nello staff interista.
MINACCE – «Non vedi l’ora, pezzo di mer…, ti vengo a prendere».
Il precedente di ottobre e la lite con il Toro
Il secondo atto è andato in scena lo scorso ottobre al “Maradona”, dopo il 3-1 dei partenopei. In quell’occasione, Marotta si lamentò dell’arbitraggio (“Rocchi aveva detto basta rigorini”), scatenando la reazione piccata di Conte che accusò la dirigenza milanese di “fare da papà” all’allenatore. Chivu scelse la via del silenzio (“Io non piango, ho una dignità”), ma a infiammare gli animi ci pensò Lautaro Martinez. Tra il capitano argentino e il suo ex mentore volarono insulti pesanti in campo (“Cagòn”, “Ridi su sto…”), con una chiosa velenosa di Conte in conferenza:
RAPPORTO UMANO – «Lautaro è un ottimo giocatore, poi da un punto di vista umano non l’ho conosciuto a dovere».