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Barella Inter, tra numeri d’élite e critiche: il paradosso del leader nerazzurro
Barella Inter e il peso delle aspettative: dati europei da top assoluto, qualche errore sotto la lente e una concretezza da ritrovare
Nel dibattito che accompagna l’Inter di Cristian Chivu, un nome torna spesso al centro delle discussioni: Nicolò Barella. Vicecapitano nerazzurro, contratto fino al 2029, il centrocampista sardo è considerato unanimemente uno dei migliori interpreti del ruolo in Europa. Eppure, nonostante prestazioni costanti e numeri di altissimo livello, è spesso nel mirino di tifosi e pagellisti per un aspetto preciso: la concretezza.
Qualche errore di troppo, una sbracciata che fa discutere, un rigore sbagliato che pesa. Episodi che, nel calcio moderno, amplificano le critiche soprattutto quando riguardano un giocatore dal quale ci si aspetta sempre qualcosa in più. L’ultimo esempio è arrivato nella semifinale di Supercoppa Italiana contro il Bologna, quando Barella ha fallito uno dei rigori decisivi dal dischetto, diventando bersaglio immediato delle polemiche.
Se si guarda solo al tabellino, la stagione attuale racconta di 1 gol e 5 assist in 21 presenze. Numeri inferiori alle sue medie storiche, considerando che con la maglia nerazzurra Barella ha realizzato 25 gol complessivi (media 4,1 a stagione) e 60 assist (circa 10 a stagione). Tuttavia, fermarsi alle statistiche tradizionali rischia di offrire una fotografia incompleta.
Le analisi avanzate, come quelle pubblicate da DataMB, mostrano un quadro molto diverso: Barella è tra i migliori centrocampisti d’Europa nei top 7 campionati per passaggi progressivi, passaggi chiave, volume di corsa e precisione nei passaggi in avanti, al livello di profili come Joshua Kimmich. È spesso il giocatore che corre di più, che copre più campo, che si abbassa in regia quando serve e si inserisce per dare una soluzione offensiva.
In questo senso, Barella diventa lo specchio dell’Inter attuale: tanta produzione di gioco, intensità costante, ma una difficoltà evidente nel trasformare la mole creata in episodi decisivi. Non manca il gioco, manca il dettaglio. E quando i dettagli pesano, come nelle grandi sfide, le critiche si concentrano inevitabilmente sui leader.
Il lavoro di Chivu passa anche da qui: aiutare la squadra – e Barella in primis – a trasformare l’enorme qualità espressa in maggiore incisività. Perché le serate in cui l’Inter brilla per gioco sono spesso le serate “alla Barella”. Serve solo l’ultimo salto.