Hanno Detto
Cragno e il mito dell’altezza tra i pali: «Sommer? Conta parare, non essere altissimi»

Cragno e l’altezza dei portieri, un falso problema nel calcio moderno tra tecnica, personalità e rendimento reale
Nel corso di un’ampia intervista concessa a TMW, Alessio Cragno, ex portiere di Sassuolo e Cagliari, è tornato su uno dei temi più dibattuti quando si parla di estremi difensori: l’altezza. Un aspetto che, secondo l’estremo difensore classe 1994, viene spesso enfatizzato oltre misura, finendo per diventare un criterio fuorviante nella valutazione di un portiere.
Cragno ha spiegato come, nel corso della sua carriera, la questione sia stata più un luogo comune che un reale limite tecnico. A suo giudizio, la storia del calcio dimostra chiaramente come portieri non particolarmente alti abbiano costruito carriere straordinarie, grazie a qualità ben più determinanti rispetto ai centimetri.
Cragno sull’altezza dei portieri e il paragone con Sommer
Nel suo ragionamento, Cragno ha citato anche Yann Sommer, portiere svizzero con una carriera di altissimo livello tra Bayern Monaco e Inter, spesso al centro di critiche proprio per la statura. Secondo l’ex rossoblù, l’essenza del ruolo non sta nell’altezza, ma nella capacità di occupare bene lo spazio, nella reattività e nel tempismo delle uscite.
Cragno e i veri parametri per giudicare un portiere
Per Cragno, ciò che fa davvero la differenza è l’esplosività, la forza, la personalità e la capacità di leggere le situazioni di gioco.
SOMMER – «È un portiere che è da quindici anni in Nazionale svizzera, ha giocato in club di primo piano. Dire che non può giocare perché è basso mi sembra assurdo».
PORTIERI – «Un portiere non si valuta da quanto è alto, ma se para o non para. Se fa il suo lavoro, l’altezza diventa una cosa secondaria. La porta è larga sette metri e alta poco più di due: se copri bene i pali, gran parte del lavoro è fatto».