News
Serie A, il dibattito acceso al Podcast Numer1 tra Cruciani Zazzaroni e Sabatini sui nerazzurri

Serie A, il confronto tra Giuseppe Cruciani, Ivan Zazzaroni e Sandro Sabatini accende la discussione sul livello del calcio italiano
Durante il Podcast Numer1, Giuseppe Cruciani, Ivan Zazzaroni e Sandro Sabatini hanno animato un confronto molto acceso sullo stato della Serie A, partendo dal tema delle partite all’estero e dal caso Milan Como inizialmente previsto a Perth e poi ufficialmente saltato.
Ad aprire il dibattito è stato Cruciani, favorevole all’idea di esportare il calcio italiano fuori dai confini nazionali. Per il conduttore radiofonico, giocare partite all’estero rappresenta un esperimento necessario per aprirsi a nuovi mercati, seguendo l’esempio degli sport americani, in particolare dell’NFL. Secondo Cruciani, anche se il calcio italiano venisse percepito come in difficoltà, proprio per questo andrebbe promosso all’estero, respingendo però l’etichetta di campionato deprimente.
Di tutt’altro avviso Ivan Zazzaroni, che non ha usato mezzi termini nel giudicare il livello della Serie A. Il direttore ha parlato apertamente di un calcio spesso inguardabile, sostenendo che molte partite vengano raccontate come spettacolari quando in realtà non lo sono. Zazzaroni ha ammesso che questa posizione va persino contro il suo lavoro, ma ha ribadito come diverse gare settimanali non lo convincano al punto da non seguirle nemmeno.
A prendere le difese del campionato è intervenuto Sandro Sabatini, che ha ridimensionato il confronto con l’estero ricordando come anche in Premier League esistano partite di basso livello. Il giornalista ha citato Southampton Sunderland come esempio di gara esaltata mediaticamente, paragonandola provocatoriamente a un Pisa Verona di Serie B, per sottolineare come il problema non sia esclusivo del calcio italiano.
Il dibattito si è poi acceso ulteriormente sul ruolo dei critici e dei dirigenti. Cruciani ha contestato l’opposizione all’innovazione, invitando provocatoriamente i detrattori a mettersi nei panni dei manager del calcio italiano. Zazzaroni ha risposto rivendicando il proprio ruolo di critico, arrivando a esprimere un giudizio durissimo sulla gestione della Lega Calcio, alla quale ha assegnato simbolicamente un voto bassissimo.
Un confronto senza filtri che riflette una spaccatura profonda nel giudizio sulla Serie A, divisa tra chi la considera ancora esportabile e chi invece ne denuncia senza mezzi termini i limiti strutturali e qualitativi.