Chivu Inter, le scelte sotto la lente: la strategia
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Chivu Inter, le scelte sotto la lente: la strategia dietro la Supercoppa persa ai rigori

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Chivu Inter, le decisioni nella semifinale di Supercoppa: la gestione dei minuti, i cambi e la scelta sui rigoristi spiegano una strategia

All’indomani dell’eliminazione in semifinale di Supercoppa Italiana contro il Bologna, maturata ai calci di rigore, il dibattito in casa Inter si è concentrato soprattutto sulle scelte di Cristian Chivu. Una lettura più approfondita, però, aiuta a comprendere la logica seguita dal tecnico nerazzurro.

Come sottolineato dalla La Gazzetta dello Sport, per interpretare le decisioni di Chivu bisogna guardare oltre la singola partita e proiettarsi verso il calendario fitto che attende l’Inter tra fine dicembre ed Epifania. Da qui nascono alcune esclusioni eccellenti dall’undici iniziale, come quelle di Yann Sommer, Lautaro Martínez e Manuel Akanji, scelte che hanno fatto discutere ma che rispondono a una precisa strategia di gestione.

Il tema più dibattuto è stato quello dei rigori, con l’assenza dal dischetto di Hakan Çalhanoglu e Pio Esposito. In conferenza stampa, Chivu ha chiarito di non essersi sentito di rischiare il turco “a freddo” dopo l’infortunio, anche alla luce di precedenti recenti – come Kevin De Bruyne e Paulo Dybala – fermatisi dopo aver calciato un rigore. Un approccio prudente, dettato dalla volontà di evitare nuovi stop in una fase cruciale della stagione.

Le rotazioni operate contro il Bologna seguono dunque un criterio preciso: tutelare i giocatori più impiegati. Akanji, ad esempio, era fino a ieri il quarto giocatore di movimento più utilizzato in stagione, alle spalle di Alessandro Bastoni, Nicolò Barella e Federico Dimarco, senza aver mai saltato una gara di campionato. Lautaro, con oltre 1500 minuti complessivi, rientra nello stesso discorso. Diversa la gestione dei portieri, con Sommer lasciato a riposo e spazio concesso a Josep Martínez.

Contro il Bologna, Chivu ha invece rilanciato Stefan de Vrij, reduce da un lungo periodo di panchine in Serie A, e ha puntato su Ange-Yoan Bonny, comunque tra i nerazzurri più positivi. Scelte che, al netto del risultato finale, confermano una linea chiara: l’Inter non ha ragionato solo sulla Supercoppa, ma sulla necessità di arrivare integra e competitiva al cuore della stagione.

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