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Agresti analizza Chivu: «Rigori non casuali e errori che pesano»

Agresti sull’Inter: l’analisi critica del fallo di mano di Bisseck, la gestione dei rigori e le scelte di Chivu dopo l’eliminazione in Supercoppa
L’eliminazione dell’Inter dalla Supercoppa continua a far discutere e sulle colonne de La Gazzetta dello Sport arriva un’analisi severa e articolata firmata da Stefano Agresti, che si sofferma su due temi centrali della serata: il fallo di mano di Yann Bisseck e la gestione dei calci di rigore da parte di Cristian Chivu, allenatore nerazzurro.
Di seguito, tutte le dichiarazioni di Stefano Agresti:
ARBITRAGGIO – «Bisseck è incauto ma anche un po’ sfortunato: sbaglia sempre nei momenti meno indicati. Tra maggio e dicembre, con due falli di mano, ha praticamente tolto all’Inter due trofei: prima lo scudetto, svanito per il rigore concesso dal tedesco alla Lazio alla penultima giornata, e poi questa Supercoppa. Se aggiungiamo l’altro intervento di mano contro il Genoa, arriviamo alla conclusione che non si tratti di casualità. Tre indizi fanno una prova. La prova che questo ragazzo debordante dal punto di vista atletico deve imparare a gestire certi movimenti. Ma la serata non è stata cupa soltanto per Bisseck, anche l’arbitro Chiffi ha combinato disastri: non ha visto un rigore che c’era, ne ha fischiato uno che non c’era. L’ha dovuto salvare il Var».
CHIVU – «Chivu sembra avere le qualità per diventare un allenatore importante, è giovane e gli errori che commette gli serviranno per crescere, migliorare, sbagliare sempre meno. Però a volte si produce in considerazioni che lasciano stupiti. Ieri, dopo che i nerazzurri avevano sbagliato tre volte su cinque dal dischetto, ha tenuto a farci sapere che i rigori sono una lotteria. È una frase ripetuta milioni di volte da chiunque, ma non è così. I rigori no: sono un gesto tecnico, da parte di chi calcia e da parte di chi prova a parare; un gesto nel quale la parte emotiva ha un ruolo fondamentale. È il confronto di un uomo con se stesso e con un altro uomo posizionato a undici metri da lui. E per decidere chi vince il duello non si lancia per aria la monetina. Forse Chivu non ha inserito Calhanoglu e Esposito, e ha tolto all’86’ Zielinski con i crampi, perché pensava ci fosse da estrarre un numero dal sacchetto. Invece si dovevano tirare i rigori. E difficilmente lo avrebbero calciato peggio di Bastoni, Barella e Bonny».