Hanno Detto
Sabatini, l’ex dirigente analizza seconde squadre, Napoli e i presidenti: «Il DS oggi è demansionato»

Sabatini, l’ex direttore sportivo su giovani, fondi, mentalità vincente del Napoli di Conte e un curioso confronto tra i presidenti vissuti
Intervenuto ai microfoni di Napoli NeTALK! (fonte), Walter Sabatini, ex direttore sportivo di grande esperienza in Serie A, ha affrontato vari argomenti legati alla crescita dei giovani, alla trasformazione del ruolo del DS e alla reazione del Napoli di Antonio Conte, senza tralasciare aneddoti su dirigenti e presidenti incontrati negli anni.
Al centro della sua analisi, Sabatini ha posto il tema delle seconde squadre, oggi decisive anche per club come i nerazzurri con il progetto Inter U23: «Le seconde squadre non rappresentano da sole una soluzione al reclutamento dei giovani, ma sono un contributo alla soluzione. Vanno scoperti da giovanissimi e tutelati», ha dichiarato.
Il dirigente ha sottolineato come il ruolo del direttore sportivo sia radicalmente mutato con l’ingresso dei fondi di investimento: «Il mestiere del DS non si limita alla mera compravendita dei giocatori, ma deve gestire diverse dinamiche. È come se fosse un sarto», ha spiegato, aggiungendo come oggi l’approccio sia «più analitico e legato ai dati» a scapito dell’osservazione diretta dei talenti.
«Talvolta i calciatori non vengono nemmeno visionati… Il DS attuale è più demansionato rispetto al passato», ha affermato con una certa amarezza, raccontando un mestiere ormai distante da quello che ha vissuto nella sua carriera.
Passando all’attualità, Sabatini ha elogiato la risposta del Napoli dopo un periodo complicato, riconoscendo i meriti di Antonio Conte, tecnico azzurro e figura di grande carisma: «La reazione del Napoli? Virile. Conte ha ridato fiducia al gruppo, importante la prestazione di Roma».
Secondo Sabatini parlare di crisi è fuori luogo: «Non si può parlare di crisi quando perdi una partita o due. Senza mentalità vincente è difficile andare avanti, ma il gruppo azzurro sa rimettersi in carreggiata».
Un passaggio della sua intervista è stato dedicato ai giocatori che vorrebbe sempre nello spogliatoio: «Un giocatore che porterei sempre? Nainggolan. Era un campione e un uomo squadra. Difficile da gestire? Sì, ma uno così ti vince le partite e io voglio vincere le partite».
Poi la parentesi curiosa sui presidenti che ha conosciuto, misurati attraverso il numero di sigarette “indotte” allo stress:
– Iervolino: «Due pacchetti al giorno.»
– Saputo e Ferrero: «Uno solo.»
– Zamparini: «Tre sigarette ci stanno.»
– Pallotta: «Quattro.»
– E infine un’ode al padre di Steven Zhang: «Era un Dio sceso in terra. Con Capello a Nanchino… due pacchetti e mezzo, ma ben spesi».
Un Sabatini senza filtri, lucido e diretto, che dipinge il calcio italiano tra nostalgia del passato, complessità del presente e qualche aneddoto irresistibile.