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Pisa Inter, nerazzurri prigionieri sempre dello stesso paradosso: e Luis Henrique non aiuta con la sua ‘timidezza’

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Pisa Inter, nerazzurri prigionieri sempre dello stesso paradosso: e Luis Henrique non aiuta con la sua ‘timidezza’: l’analisi della Gazzetta

Dopo le due dolorose sconfitte consecutive rimediate contro il Milan nel derby e l’Atletico Madrid in Champions League, l’Inter torna finalmente a respirare. La complicata trasferta dell’Arena Garibaldi contro il Pisa si è risolta grazie al solito, imprescindibile Lautaro Martinez. Come sottolinea l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, è stato il capitano argentino a risolvere i problemi proprio quando lo spettro dello 0-0, se non addirittura della beffa per mano dei toscani, iniziava a materializzarsi. Con una doppietta fondamentale, il “Toro” è salito a quota 163 reti in nerazzurro, cementando il suo status di leggenda del club. Tuttavia, il quotidiano evidenzia un ultimo gradino da compiere per la sua definitiva consacrazione: essere altrettanto decisivo nei big match come lo è contro avversari di caratura inferiore.

La classifica cortissima e il paradosso del “bel gioco”

Questa vittoria permette alla squadra guidata da Cristian Chivu di mettersi alle spalle gli scivoloni recenti e di agganciare la Roma a quota 27 punti, rimanendo col fiato sul collo della coppia di testa formata da Milan e Napoli, attuali capolista a 28 lunghezze. La corsa Scudetto si conferma un rebus apertissimo. Eppure, secondo la “rosea”, la Beneamata sembra prigioniera di un paradosso tattico e psicologico: quando gioca bene, come nelle sfide di cartello recenti, finisce per perdere; quando invece “traccheggia” e rischia, come accaduto a Verona e ieri a Pisa, porta a casa i tre punti. La missione del tecnico rumeno sarà proprio quella di allineare la qualità della prestazione al risultato finale.

Luis Henrique bocciato, ma zero pareggi: l’Inter è o tutto o niente

La gara in Toscana ha evidenziato anche delle criticità strutturali. Nel primo tempo, l’Inter ha sofferto la fisicità imposta dalla formazione di Alberto Gilardino, scontando un deficit tecnico preoccupante. Emblematica in negativo la prova di Luis Henrique: l’esterno brasiliano, costato circa 25 milioni, non ha mai saltato l’uomo, preferendo rifugiarsi in passaggi sicuri all’indietro invece di creare superiorità. Un dato statistico curioso conforta però l’ambiente di Viale della Liberazione: la squadra non pareggia mai. Zero segni “X” tra campionato e coppe, con cinque sconfitte totali compensate però da un ruolino di marcia fatto di sole vittorie nelle altre gare. L’Inter è pienamente in corsa per il titolo e per gli ottavi di Champions: è esattamente dove ci si aspettava che fosse.

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