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Chivu Inter, ecco a chi si riferiva quando diceva: «Qualcuno forse si è inca***to perché pensava di giocare». Il retroscena

Chivu Inter, ecco a chi si riferiva quando diceva: «Qualcuno forse si è inca***to perché pensava di giocare». Il retroscena sullo spogliatoio
Cristian Chivu ha abolito la parola turnover. Il tecnico nerazzurro ha messo in chiaro fin dal suo arrivo che non gradisce la netta suddivisione tra titolari e riserve, parlando piuttosto di un gruppo unico di 22 giocatori, tutti potenzialmente in grado di giocare ogni partita. È una filosofia che mira a tenere alta la competizione interna e la concentrazione di tutta la rosa. Tuttavia, è chiaro che questa nuova gestione, basata su scelte meritocratiche e tattiche mirate, sta sovvertendo gerarchie che fino a pochi mesi fa sembravano intoccabili all’interno dello spogliatoio della Beneamata.
La frecciata post-Kairat e il “caso” Acerbi
La conferma che questo nuovo approccio stia creando qualche frizione è arrivata dallo stesso allenatore romeno. Dopo la sofferta vittoria in Champions League contro il Kairat Almaty, partita caratterizzata da ampie rotazioni, Chivu ha chiosato sibillino: “Qualcuno si è incazzato perché pensava di giocare…”. Una frecciata che, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, avrebbe avuto un destinatario ben preciso: l’esperto difensore Francesco Acerbi. L’ex pilastro della difesa, protagonista indiscusso della gestione precedente, è infatti scivolato indietro nelle gerarchie nelle ultime settimane, finendo in panchina per tre partite consecutive.
Il rientro da titolare contro la Lazio
Nonostante la frecciata e le recenti esclusioni, il “caso” Acerbi sembra destinato a rientrare immediatamente. Per il big match di questa sera a San Siro contro la Lazio, sua ex squadra, l’esperto difensore dovrebbe riprendersi il suo posto al centro della retroguardia nerazzurra. Le indiscrezioni lo danno come titolare designato per guidare il reparto, affiancato dai braccetti Manuel Akanji e Alessandro Bastoni. Un ritorno importante, che dimostra come Chivu, pur applicando una rotazione severa, sia pronto a rimettere in gioco i suoi uomini più esperti per le sfide che contano, confermando la sua filosofia di scegliere la formazione migliore per la singola partita, al di là dello status dei singoli giocatori.