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Chivu Inter, così ha zittito gli scettici: era dato per spacciato, ma…

Chivu Inter, le prime indicazioni dopo l’inizio di stagione dei nerazzurri in Serie A e Champions League. Tutti i dettagli in merito
Una Serie A atipica, diversa dalle precedenti, quasi sospesa. È questa la fotografia tracciata da Libero nella sua analisi sull’attuale campionato, caratterizzato da pochi gol, equilibrio estremo e una sensazione diffusa di “annullamento reciproco” tra le squadre. Le prime giornate della stagione 2025/2026 hanno mostrato un torneo senza veri padroni, in cui nessuna formazione riesce a prendere il largo e la qualità offensiva fatica a emergere.
Il quotidiano sottolinea come la Serie A stia vivendo una fase di transizione, dove il confronto tra tecnici esperti e allenatori emergenti genera un curioso equilibrio tattico. Da un lato ci sono i maestri della panchina – Maurizio Sarri, Massimiliano Allegri, Stefano Pioli, Antonio Conte, Gian Piero Gasperini e ora anche Luciano Spalletti – custodi di idee consolidate, ma forse meno sorprendenti. Dall’altro lato, un gruppo di giovani allenatori rampanti come Fabio Pisacane, Cuesta, Cesc Fabregas e Cristian Chivu, capaci di leggere il contesto e adattarsi al materiale umano senza dogmi rigidi.
Gol che mancano e vittorie rare: un campionato bloccato
Il giornale evidenzia un dato emblematico: dopo nove giornate, i capocannonieri della Serie A sono Hakan Calhanoglu e Riccardo Orsolini, rispettivamente un regista e un esterno d’attacco. L’unico centravanti puro in classifica è Federico Bonazzoli, autore di quattro reti, due delle quali nell’ultima giornata. Segno di un campionato dove le punte faticano, le partite restano chiuse e il numero di vittorie è sensibilmente ridotto.
L’Inter ne è un esempio: la squadra di Chivu è a soli tre punti dalla vetta, ma ha già collezionato tre sconfitte. Una dimostrazione di come la competitività diffusa impedisca fughe in avanti e mantenga tutte le contendenti dentro una zona di equilibrio tattico e mentale.
Esperienza contro modernità: Conte e Fabregas al Maradona
Secondo Libero, il prossimo Napoli–Como rappresenterà il simbolo di questa contrapposizione. Da una parte Antonio Conte, tornato a governare la Serie A aggiornando i propri principi tattici, dall’altra Cesc Fabregas, tecnico sorprendentemente flessibile e lontano dall’integralismo che molti immaginavano.
La sfida del Maradona diventa così un banco di prova per entrambe: il Napoli per capire se può organizzare lo strappo in vetta, il Como per misurarsi con l’élite e spingere un campionato che sembra bloccato tra due mondi — quello dei maestri e quello dei nuovi innovatori.