Hanno Detto
Rummenigge a cuore aperto: «Un peccato non aver vinto all’Inter. Gentile uno dei difensori più difficili, una volta mi minacciò dicendomi…»

L’ex attaccante dell’Inter, Karl-Heinz Rummenigge, ricorda i suoi anni in nerazzurro e in Italia in un’intervista per il Corriere della Sera
Kalle Rummenigge, ex calciatore leggendario del Bayern Monaco e dell’Inter, si appresta a compiere 70 anni giovedì prossimo. In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex attaccante ha ripercorso i momenti salienti della sua carriera. Rummenigge ha parlato delle differenze tra il calcio di ieri e quello di oggi, sottolineando come, ai suoi tempi, i calciatori potessero godere di una libertà maggiore, come uscire in discoteca o concedersi qualche svago, cosa che oggi sarebbe impensabile.
Parlando delle sfide sul campo, ha ricordato i difensori più ostici mai affrontati, Claudio Gentile e Karl-Heinz Förster, e ha rivelato un episodio divertente con Gentile durante una partita con la Fiorentina. Rummenigge ha anche parlato del suo debutto a San Siro, definendolo un’esperienza unica, e dei rimpianti per non aver vinto con i nerazzurri, in particolare per i tifosi e l’ex presidente Pellegrini.
LE DIFFERENZE TRA IL MIO CALCIO E QUELLO DI OGGI – «Quando giocavo nel Bayern le mie uscite dopo le partite in discoteca e con un po’ di alcol le ho fatte. A differenza di oggi, un calciatore poteva fare ogni tanto le cose normali di un ragazzo della sua età. Ed era un vantaggio».
I DIFENSORI PIU’ DIFFICILI? – «Due. Claudio Gentile e Karl Heinz Forster. Gentile mi stava marcando a Firenze, con la maglia della Fiorentina. Ho fatto gol e assist e mi ha detto: “Se fai altro, ti ammazzo!”».
IL GOL ANNULLATO CONTRO I RANGERS – «Il più bello con l’Inter? Purtroppo sì, ma alla fine è diventato famoso proprio perché non è stato convalidato per gioco pericoloso. E l’arbitro era pure tedesco».
LA MIA PRIMA PARTITA A SAN SIRO – «Contro l’Avellino in Coppa: un benvenuto mai ricevuto in vita mia, con lo stadio che chiamava il mio nome mentre aspettavo nel tunnel. Ringrazierò sempre gli italiani, non solo i milanesi. La mia famiglia si è sempre sentita bene. Ho imparato tante cose, anche a vestirmi, che non era il mio forte: quando tornavo in Germania venivo visto come un gentiluomo italiano».
RIMPIANTI PER NON AVER VINTO CON L’INTER? – «Sì, per i tifosi, per i quali a volte mi venivano le lacrime e per il presidente Pellegrini che ci ha lasciati da poco».