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Champions League, sull’Inter: «Per le italiane l’importante è partecipare, ma il digiuno dura dal 2010»

Champions League, Inter, Napoli, Juventus e Atalanta al via della nuova edizione: ambizioni, incognite e la necessità di tornare protagoniste
«L’importante è partecipare», scrive La Repubblica giocando sul celebre motto di Pierre De Coubertin, per introdurre la nuova edizione della Champions League dal punto di vista delle squadre italiane. Un paradosso che nasconde però una grande verità: il torneo europeo non è soltanto gloria sportiva, ma anche una fonte economica determinante. Basti pensare che l’ultima stagione ha portato 37 milioni di euro al Bologna, eliminato nella prima fase, e 132 milioni all’Inter, capace di spingersi fino alla finale di Monaco persa contro il PSG.
Inter e Napoli, ambizioni da verificare
La testata sottolinea come le aspettative sulle italiane restino condizionate da un dato inequivocabile: l’Italia non alza la coppa dal 2010, anno del leggendario Triplete firmato da José Mourinho con l’Inter. Dopo quindici anni, il digiuno si è trasformato in carestia.
I nerazzurri di Cristian Chivu, finalisti nella passata edizione, ripartono con la volontà di confermarsi ai massimi livelli, anche se l’ex difensore rumeno si trova al debutto europeo sulla panchina della prima squadra. Ambizioni forti anche per il Napoli di Antonio Conte, che ha rinforzato la rosa con innesti di spessore come Kevin De Bruyne e Rasmus Hojlund, ma che dovrà dimostrare di poter reggere il doppio impegno tra Serie A e coppa.
Juventus e Atalanta tra incognite e rilanci
La Juventus, reduce dall’eliminazione agli ottavi di finale del Mondiale per Club e da anni complicati a livello europeo, dovrà ritrovare quello status internazionale che ha sempre contraddistinto la sua storia. Il nuovo corso guidato da Igor Tudor è chiamato a riportare i bianconeri tra le grandi d’Europa.
Capitolo a parte per l’Atalanta di Ivan Juric, squadra capace di entusiasmare in Italia ma che si presenta ai nastri di partenza della Champions con diverse incognite legate all’adattamento dei nuovi acquisti e alla continuità dopo i successi recenti.
Un quadro complesso, insomma, in cui le italiane sono chiamate a dimostrare non solo di saper partecipare, ma soprattutto di poter tornare a vincere.