2023
Zanetti: «Argentini e Italiani siamo simili, sul paragone tra Messi e Maradona…»

Il vicepresidente dell’Inter, Javier Zanetti, ha rilasciato alcune dichiarazioni per presentare il suo terzo libro: le sue parole
Intervistato dal Corriere della Sera, Javier Zanetti, vicepresidente e storico capitano dell’Inter, ha affrontato alcuni temi tra Argentina ed Italia, legati all’uscita del suo nuovo libro.
SU ARGENTINA-ITALIA – «Era sabato 10 giugno e allo stadio Monumental, nella casa del River Plate, si giocava l’ultima partita del gruppo 1 del Mondiale: Argentina-Italia. Da casa mia, lo stadio distava mezz’ora di macchina. Per strada non c’era nessuno. Neanche le sinistre e famigerate Ford Falcon, perché durante le partite della Selección perfino la terribile guerra sucia, intrapresa dalla Giunta militare che due anni prima aveva conquistato il potere, si fermava. Avevo cinque anni, me lo hanno raccontato. Ricordo i festeggiamenti, però. Meraviglioso vincere la Coppa del Mondo a casa propria. Poi uno cresce e inizia a capire quello che c’era dietro… Penso alla pressione sui calciatori, cosa volesse dire giocare in quelle condizioni lì».
SANTORO MI SCARTÒ DA RAGAZZO, SE L’HO RIVISTO? – «Sì, l’ho rivisto. Secondo me, a Santoro quella cosa gliel’ha detta l’allenatore di turno. Il calcio di queste storie è pieno».
IL MURATORE COL PADRE – «Me la cavavo. Lo spirito di adattamento non mi è mai mancato. Sono argentino».
IL BISNONNO – «Il bisnonno Paolo in Italia non riuscì a tornare, neanche mio nonno. Io e mio padre si. Siamo venuti a chiudere il cerchio, a noi la vita ha dato questa opportunità. Era bellissimo trovarsi in quel paesino accogliente, dove in tanti portano il nostro cognome. Tutti gran lavoratori, gli Zanetti».
I 5 ARGENTINI PIÙ FORTI CHE HANNO GIOCATO IN ITALIA – «Questa è difficile… Vediamo. Angelillo. Quello della Juve, Sivori. Batistuta. Milito. E Cambiasso, per la sua intelligenza».
SUL PARAGONE TRA MESSI E MARADONA – «Confronto impossibile. Rappresentano epoche diverse, sono persone diverse. Diego è la poesia del calcio. Messi, la scienza».
DA DOVE NASCONO I SOPRANNOMI DEGLI ARGENTINI? – «I telecronisti. Sono loro che ci battezzano, subito. E il nome rimane».
SULLA SCELTA DI MANCINI – «Conosco Mancio. Mi dispiace per questa situazione. Si poteva gestire meglio».
COSA MI PIACE E COSA NO DI MILANO – «Mi piace l’energia, mi piace meno la fretta. Se a Milano ti dico “Beppe, andiamo a prenderci un caffè?” è una roba di tre minuti, poi tu vai a lavorare, io vado a lavorare. A Buenos Aires? Mezz’ora, come minimo».
ITALIANI E ARGENTINI SI SIMOGLIANO – «È così. Se tutto è tranquillo e sereno, a noi italiani e argentini non piace. Deve succedere qualcosa, per provocare una reazione e tirare fuori quello che siamo».
QUI L’ALTRA PARTE DELL’INTERVISTA.