Il tecnico Gagliardi: ecco come l'Inter può battere il City
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Il tecnico Gagliardi: ecco come l’Inter può battere il City

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Antonio Gagliardi, tecnico della Nazionale campione d’Europa nel 2018, ha parlato della finale di Champions tra Inter e City

Come si legge su gazzetta.it, il tecnico Antonio Gagliardi suggerisce a Simone Inzaghi alcune tattiche con cui affrontare Guardiola.

Domani sera l’Inter giocherà la finale di Champions League col Manchester City, e Gagliardi prevede 3 mosse utili alla vittoria dei nerazzurri:

mossa #1: linea d’attesa 5-3 più 2

Credo che sia molto difficile pressare alti il City. Bisognerebbe aggredire uomo contro uomo, ma l’Inter non è abituata a questa tipologia di pressing: provarci in una finale di Champions potrebbe essere troppo rischioso. Inoltre, le caratteristiche di alcuni interisti mal si sposano con questa strategia, anche perché il City è la squadra più forte al mondo a costruire, attirare la pressione avversaria e farti male negli spazi.

Ederson ha enormi qualità tecniche per un portiere, oltre a un calcio lungo e preciso per attaccare gli spazi alle spalle dei difensori. E da quest’anno chi c’è che corre in quegli spazi: Haaland, che ha di fatto reso immarcabile la costruzione bassa del City. Dunque la strategia migliore potrebbe essere abbassarsi e concedere il palleggio al City. Ovviamente il lavoro dei 5 difensori con i 3 centrocampisti dovrà essere di enorme sacrificio e attenzione per togliere profondità al norvegese, chiudere gli spazi centrali indirizzando il gioco esternamente e assorbire gli inserimenti.

Perché parliamo solo di difensori e centrocampisti? Perché l’Inter potrebbe scegliere di difendere con questi 8 giocatori e lasciare i due attaccanti più alti in fase difensiva, quasi scollegati dal resto della squadra. Insomma, un 5-3 più 2. Lasciando Lautaro e Dzeko (o Lukaku) più alti, Inzaghi costringerebbe il City a rimanere dietro con due o più probabilmente tre difensori. Un dettaglio che impedirebbe a Guardiola di attaccare a pieno organico e allungherebbe il City, che invece vuole essere sempre molto corto per riaggredire ed evitare contropiedi.

Mossa #2: uscire dalla riaggressione

Recuperata palla, l’Inter dovrà cercare di uscire dalla micidiale riaggressione del City, provando a servire i due attaccanti per poi accorciare con i centrocampisti. Barella, Calhanoglu, Brozovic e Mkhitaryan così attaccherebbero spazi dilatati, costringendo i palleggiatori inglesi a sfiancanti corse all’indietro mal sopportate da De Bruyne o Gundogan. In questa ottica, per cercare di sfruttare le ripartenze, Lukaku potrebbe rivelarsi più funzionale rispetto a Dzeko. Le due punte nerazzurre hanno comunque le potenzialità per vincere diversi duelli con i difensori centrali e innescare il contropiede.

Mossa #3: costruire sotto pressione

Una parte fondamentale della finale si giocherà quando l’Inter avrà la palla. Il City presserà forte e non sarà semplice per Inzaghi uscire con giocate “pulite”. Barella e compagni però hanno gli strumenti e le conoscenze per farlo. L’Inter è abituata a giocare sotto pressione dalle sfide contro Atalanta, Torino ma anche Fiorentina, Milan, Napoli e altre. Ci vorrà coraggio ma le giocate memorizzate sulle due punte (punto di forza da anni dei nerazzurri), le qualità dei singoli (sarà importante anche Onana), i movimenti fluidi di Acerbi e dei centrocampisti possono mettere in grande difficoltà il City.

Guardiola pressando alto lascerà ampi spazi dietro, che l’Inter potrà sfruttare replicando in parte le azioni della finale di Coppa Italia. Uscire dalla pressione inglese sarà fondamentale anche per tenere un po’ il pallone e provare a respirare tramite il possesso palla. L’Inter, dunque, dovrà alternare due soluzioni diverse: uscire dalla pressione con giocate sulle punte per attaccare subito in velocità il City oppure, nel caso in cui non ci siano questi spazi, cercare una manovra più orizzontale e corale, per stancare gli inglesi che non amano rincorrere a lungo il pallone.

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