Mkhitaryan si racconta: «Idolo calcistico? Mio padre» - Inter News 24
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2023

Mkhitaryan si racconta: «Idolo calcistico? Mio padre»

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Protagonista del format Where are you from?, l’interista Henrikh Mkhitaryan racconta il suo percorso calcistico

Ecco l’intervista completa che Henrikh Mkhitaryan ha concesso a Where are you from?, nuovo format dell’Inter Media House:

La tua città.
«Yerevan è una bella città, specialmente d’estate quando fa caldo: è piena di gente. Vorrei ritornarci a fine carriera, per il momento sto bene a Milano». 

I tuoi primi passi nel calcio.
«Ho iniziato in Francia, dove sono cresciuto perché lì ci giocava mio padre: lui è stato il mio idolo, quello che mi ha fatto iniziare. Ho iniziato ad allenarmi più seriamente quando sono tornato in Armenia, da lì è cominciata la mia storia».

In che ruolo giocava tuo padre?
«Attaccante».

Il tuo giocatore armeno preferito.
«Mio padre, è stato un idolo. L’ho visto giocare solo in video, non dal vivo, ma mi hanno raccontato che è stato molto bravo e forte».

Cosa si prova a indossare la maglia dell’Armenia?
«Un onore perché per ogni giocatore di calcio indossare la maglia della propria Nazionale è una cosa indimenticabile. Ho fatto del mio meglio per portare l’Armenia a un Europeo o a un Mondiale, non ci siamo riusciti però ho fatto il massimo. Ora purtroppo mi sono ritirato dalla Nazionale, ma è stata una mia decisione». 

Lo sport preferito dagli armeni. 
«Il calcio è molto seguito a livello di Nazionale, nessuno va a guardare le partite del campionato armeno. Siamo migliori nel wrestling, nella boxe, insomma negli sport individuali perché a livello di squadra non siamo molto forti (ride, ndr)». 

Come è nata la tua passione per Al Bano?
«Quando mi sono sposato a Venezia ho ricevuto un regalo dallo zio di mia moglie, noi non abbiamo saputo niente fino a che è arrivato durante la festa. E’ venuto a cantare, ci ha fatto molto piacere».

L’armeno che stimi di più.
«Charles Aznavour, è stato l’armeno più conosciuto del mondo. Un ambasciatore che ha fatto conoscere l’Armenia in tutto il mondo».

Perché l’idea di un percorso universitario?
«So che il calcio non è per tutta la vita, ho pensato di farlo per avere un mestiere dopo il calcio. Non so cosa farò, ma avrò una seconda opzione». 

Atleta armeno preferito?
«Me stesso, ogni tanto mi guardo allo specchio e mi dico: ‘tu sei bravissimo’ (ride, ndr). Sto scherzando, ci sono bravi ragazzi tra wrestler, pugil e calciatori. Non sarebbe giusto dire un nome, ognuno fa del suo meglio per far conoscere l’Armenia nel mondo». 

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