2023
Ciao Gianluca, campione di tutti

Gianluca Vialli, capitano indimenticabile e senza colori, lascia un vuoto a tutto il calcio
Gianluca Vialli è prematuramente scomparso oggi, all’età di 58 anni. Della malattia che l’ha portato via ne aveva parlato lui stesso, senza nascondere nulla, con la forza interiore che ha sempre dimostrato in campo e fuori. “L’ospite indesiderato è sempre con me”, dichiarava senza filtri.
Il cordoglio dei tifosi è unanime, senza questione di appartenenza o colori: la storia calcistica di Gianluca è intimamente legata al calcio italiano. Il Mondiale 1990, quello giocato qui in Italia, ha il suo volto, la sua grinta, la sua potenza e la sua intelligenza, che non smetteva mai di brillare in campo e fuori. Per questo è stato un campione di tutti.
Il suo sorriso grintoso, quasi un ruggito di gioia, mentre alza la UEFA Champions League nel cielo di Roma, nel maggio 1996 è quello di un vero capitano, come lo era stato prima nella Sampdoria, poi a Torino, infine al Chelsea. Un trascinatore con le parole, ma soprattutto con l’esempio. Una forza di volontà che ha trasferito nelle sue 59 presenze azzurre, che l’hanno consacrato come campione amato universalmente.
Con la Juventus ha giocato 102 partite, segnando 59 gol. Ha vinto la UEFA Champions League 1996, lo scudetto 1994/95, la Coppa Uefa 1993, la Supercoppa Italiana 1995. Un palmarès impressionante arricchito dallo storico scudetto blucerchiato della stagione 1990/91, da quattro Coppe Italia, due Coppe delle Coppe, una Supercoppa Europea, una Coppa d’Inghilterra, una Coppa di Lega inglese e dalla seconda Supercoppa Italiana, vinta con la Sampdoria nel 1991.
Indimenticabile poi il suo abbraccio con Roberto Mancini, i due gemelli del gol, sul verde di Wembley, dopo quell’ultima parata finale di Donnarumma che ha regalato all’Italia il titolo europeo. Proprio in quello stadio che a loro, nel 1992, aveva tolto una Coppa dei Campioni, con la Sampdoria. Un abbraccio che oggi assume tutto un altro significato.
Dopo pochi giorni dall’addio al suo amico fraterno Sinisa Mihajlovic, se ne va un altro pezzo di storia del calcio italiano, che oggi è davvero più povero.
A cura di Simone Stenti.